Lettera Clinica LC n.122/2019

Nr. 122 del 28/02/2019

LC n. 122/2019 - L’olaparib aumenta la sopravvivenza nel cancro dell’ovaio?

La maggior parte delle donne con cancro dell’ovaio ha una recidiva della malattia entro tre anni dalla fine della terapia chirurgica seguita dalla chemioterapia con carboplatino e paclitaxel.
L’olaparib è un inibitore delle PARP (poli ADP-ribosio polimerasi), una famiglia di enzimi coinvolti nei processi di riparazione del DNA e nell’apoptosi cellulare; il farmaco, già usato nella forma recidivata è stato ora provato direttamente come monoterapia di mantenimento nel cancro dell’ovaio di nuova diagnosi, in stadio avanzato, in donne nelle quali la chemioterapia a base di platino aveva prodotto una risposta duratura (massa del carcinoma diminuita o scomparsa) e in cui è stata riscontrata una mutazione BRCA1, BRCA2 o entrambe (BRCA1/2). Lo studio internazionale era multicentrico, controllato con placebo, in doppio cieco.
Si ricorda che i geni BRCA1 e BRCA2 sono deputati alla riparazione del DNA danneggiato e quindi al mantenimento della stabilità genetica delle cellule. Se uno di questi geni è mutato, la proteina riparatrice non viene prodotta o è difettosa.

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