AD n. 249/2019 – Cause farmacologiche di ictus ischemico

L’icuts è una causa comune di morbilità e mortalità e rappresenta, a livello mondiale, la terza causa più frequente di disabilità e la seconda causa più frequente di mortalità, responsabile del 12% di tutti i decessi.1 L’ictus ischemico costituisce l’80% dei casi di ictus.2 I dati sull’incidenza dell’ictus ischemico farmaco-indotto sono limitati; situazione che riflette, in parte, le difficoltà riscontrate nell’identificare e confermare la presenza di un nesso causale, dato che l’ictus farmaco-indotto è normalmente considerato una diagnosi differenziale.3 Inoltre, i tassi sugli eventi di ictus nell’ambito degli studi clinici sono bassi e il rapporto tra farmaco ed evento diventa evidente solo dopo un utilizzo prolungato del medicinale oppure a livello di popolazione. L’individuazione si basa spesso sulla sorveglianza post- marketing e sulla segnalazione spontanea delle reazioni avverse al farmaco, processi a loro volta complicati. Ciononostante, se da un lato resta difficile effettuare una stima precisa della sua incidenza, dall’altro l’ictus farmaco-indotto rimane un’importante diagnosi differenziale, in particolare nel caso dei giovani adulti o in assenza di fattori di rischio tipici, come una stenosi carotidea o una fibrillazione atriale.
L’ischemia può essere dovuta a tromboembolia o a una perfusione cerebrale ridotta. Individuare un’associazione di tipo causale tra l’uso di farmaci e l’ictus è particolarmente difficile nel caso dell’ictus ischemico (in contrapposizione all’ictus emorragico), in quanto l’effetto del farmaco potrebbe essere ingannevole. Nella Tabella 1 sono riportati alcuni esempi di cause farmacologiche di ictus ischemico,4–7 alcune delle quali sono discusse più in dettaglio di seguito, con particolare riguardo ai farmaci di comune utilizzo che, nonostante rappresentino una rara causa di ictus, possono contribuire a una significativa percentuale di ictus farmaco-indotto, per via della loro frequenza d’uso.