Adverse Drug Reaction Bulletin AD n. 250/2019

Nr. 250 del 01/08/2019

AD n. 250/2019 – Una rassegna sui rischi per la salute degli steroidi anabolizzanti

Le conseguenze della gonadectomia maschile sono note sin dai tempi in cui, per trattare l’impotenza, si consigliava di mangiare testicoli.1,2 Nel 1849, tuttavia, Arnold Adolph Berthold, originario di Göttingen, dimostrò che era possibile effettuare un trapianto di testicoli nei galletti castrati e che la procedura ne garantiva il normale sviluppo; pertanto, giunse alla conclusione che i testicoli secernevano una sostanza legata al sangue dalle proprietà mascolinizzanti.3 Furono probabilmente gli esperimenti di Berthold a persuadere il famoso medico e scienziato Charles-Edouard Brown-Sequard ad autoiniettarsi estratti di testicoli animali e a riferire, nel 1889, gli effetti ringiovanenti che aveva sperimentato.4,5 Le osservazioni di Brown-Sequard ebbero molto seguito e in breve tempo venne immesso sul mercato un elisir con il suo nome.6 Lo stesso anno, il giocatore di baseball Pud Galvin sperimentò l’elisir per aumentare le sue prestazioni atletiche, ottenendo – stando a quanto riferito dai suoi contemporanei – effetti convincenti.7 Nonostante il contenuto di testosterone nei testicoli sia notevolmente più elevato di quello del siero, questo testosterone naturalmente prodotto, viene metabolizzato rapidamente a livello epatico e non sembra avere alcun effetto biologico.8–10 In ogni caso, l’entusiasmo per l’elisir di Brown- Sequard svanì rapidamente.6
Nel 1935, il testosterone venne infine isolato e
sintetizzato e di lì a poco gli analoghi del testosterone fecero la loro comparsa nel mondo dello sport.5,11 A causa della ridotta biodisponibilità del testosterone, furono necessarie alcune modifiche a livello molecolare. Tali modifiche riguardavano l’alchilazione in posizione 17 alfa e cambiamenti alla struttura anulare o l’esterificazione nel gruppo idrossilico 17 beta. Da quel momento tutti i derivati sintetici del testosterone vennero denominati steroidi anabolizzanti, abbreviati in AAS (Androgenic Anabolic Steroids); è possibile reperire una descrizione dettagliata della loro struttura chimica in sede separata.12 Oggi, l’uso di queste sostanze performanti non è più limitato agli sport di élite e la prevalenza nel corso della vita dell’utilizzo degli AAS tra gli uomini si aggira attorno al 6%.13 Pertanto, gli affetti avversi per la salute correlati all’uso degli AAS rappresentano un problema di salute pubblica, nonché l’oggetto di discussione di questa rassegna.

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