Una volta sopravvissuti a un’infezione da virus Ebola non ci si può ancora sentire tranquilli.
Uno studio condotto in uno dei paesi africani colpiti dalle epidemie, la Guinea, ha analizzato il destino dei pazienti infettatisi nel corso dei vari episodi tra il 2013 e il 2016, ricoverati nelle unità di cura e quindi dimessi guariti. In totale i sopravvissuti all’infezione sono stati 1.270 e di questi 1.130 sono stati rintracciati a distanza di tempo per valutarne lo stato di salute. A distanza di un anno dalla dimissione i sopravvissuti avevano una mortalità significativamente superiore rispetto alla popolazione generale della Guinea (rapporto di mortalità standardizzato per l’età: 5,2, limiti di confidenza al 95% da 4,0 a 6,8).
Trascorso il primo anno, però, la mortalità tornava ai livelli abituali (a quasi due anni rapporto di mortalità standardizzato per l’età: 0,6, limiti di confidenza al 95% da 0,2 a 1,4).
Nel periodo di studio sono state registrate 59 morti, nella maggior parte delle quali (62,7%) la causa era attribuibile a una grave insufficienza renale, con anuria.
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