Nei pazienti anziani con brillazione atriale l’uso di farmaci che controllano la frequenza cardiaca riducendola, o il ritmo, riportandolo alla norma, può aumentare il rischio di sincope e lesioni da caduta a terra.
Uno studio danese su 100.935 soggetti con la malattia ha confrontato tra loro i farmaci che riducono la frequenza e i farmaci antiaritmici. È emerso che globalmente durante i due anni di follow up il 17,0% ha avuto delle conseguenze da una caduta a terra e il 5,7% ha avuto una sincope, mentre il 20,9% ha avuto entrambe. Il periodo più a rischio erano i primi novanta giorni dall’inizio della terapia. I farmaci più spesso implicati erano gli antiaritmici rispetto a quelli che riducono la frequenza cardiaca (rapporto dei tassi di incidenza: 1,29 per la terapia con il solo antiaritmico; 1,46 se associato a un farmaco per ridurre la frequenza).
Il farmaco più spesso associato ai casi di sincope e cadute era l’antiaritmico amiodarone (rapporto dei tassi di incidenza: 1,40).
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