Il miglioramento dell’afasia che permane dopo un ictus è condizionato dall’accesso tempestivo alla rieducazione fonetica e del linguaggio, che a molti pazienti è precluso. Per ovviare, uno studio in singolo cieco ha valutato la validità di una auto cura del linguaggio condotta con l’ausilio di un programma al computer. Duecentosettantotto pazienti provenienti da 21 centri di logopedia britannici, a etti da afasia post ictus da almeno quattro mesi, sono stati randomizzati a tre possibili trattamenti: cure abituali, oppure cure abituali più auto cura quotidiana con il computer, oppure cure abituali più l’indicazione di completare un libro di giochi (parole crociate, sudoku, “trova le differenze”, eccetera) al mese con supervisione telefonica.
Dopo sei mesi, i miglioramenti nel trovare le parole per esprimersi erano dell’1,1% nel gruppo di controllo, del 16,4% nel gruppo con computer e del 2,4% nel gruppo enigmistico. La capacità di trovare le parole era del 16,2% superiore nel gruppo di auto cura al computer rispetto al gruppo di controllo (p<0,0001) e del 14,4% rispetto al gruppo enigmistico. Non c’erano però differenze nella conversazione.
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