LC n.131/2020 Vale la pena di proteggere l’osso a scapito di cuore e cervello?

L’odanacatib è un inibitore della catepsina K, una proteasi che è espressa selettivamente negli osteoclasti e che è implicata nella distruzione dell’osso. Uno studio multicentrico internazionale ha arruolato in 338 centri di 40 paesi 16.071 donne in post menopausa con un’osteoporosi medio-grave. A un follow up mediano di tre o quattro anni il nuovo farmaco si è rivelato e cace nel ridurre il rischio di frattura rispetto al placebo: sia vertebrale (hazard ratio: 0,48) sia d’anca (hazard ratio: 0,52) sia di altro tipo (hazard ratio: 0,74, p<0,0001 per tutti i tipi di frattura).
A fronte però di questa indubbia efficacia è emerso un aumento significativo del rischio di eventi cardiovascolari gravi a quattro anni (hazard ratio: 1,17, p=0,029), specie per quelli cerebrovascolari come l’ictus (hazard ratio: 1,37, p=0,0051).