Lettera Clinica LC n. 168 / 2023

Nr. 168 del 18/09/2023

LC n. 168 / 2023 Il paziente in coma post arresto va tenuto in normo o in ipercapnia?

INTERVENTO Si discute se nel paziente in coma a seguito di un arresto cardiaco extraospedaliero sia meglio mantenere livelli di normocapnia oppure se si possa sfruttare il meccanismo per il quale l’aumento dei valori di CO2 comporta un aumento del flusso ematico cerebrale, con possibili ricadute positive sulla ripresa del paziente.
Sono stati coinvolti in una sperimentazione 1.700 pazienti in coma successivo alla rianimazione per arresto cardiaco ricoverati in 63 unità di terapia intensiva in 17 paesi. I pazienti venivano assegnati in maniera randomizzata a mantenere costantemente una lieve ipercapnia (PaCO2 da 50 a 55 mmHg) oppure venivano mantenuti in uno stato di normocapnia (PaCO2 da 35 a 45 mmHg).
A distanza di sei mesi si valutava come esito primario il punteggio della Glasgow Coma Scale che doveva essere di cinque o superiore per essere considerato favorevole (nella Glasgow Coma Scale, che va da uno a otto, i punteggi più bassi indicano la maggiore compromissione cerebrale).
Come esito secondario veniva valutata la mortalità entro sei mesi.

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