Una soluzione al bias di pubblicazione, cioè al fatto che gli studi con risultati negativi non vengono pubblicati e quindi le prove di efficacia di un farmaco sono sempre preponderanti rispetto a quelle opposte, è la registrazione degli studi in banche dati internazionali prima dell’avvio della ricerca e l’inserimento dei dati ottenuti (positivi o negativi) entro un anno dal termine dello studio. Come si vede da quanto emerso nell’indagine questa soluzione non sembra ovviare al problema.
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