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26 aprile 2020

WARNING DELLA FDA SU IDROSSICLOROCHINA E CLOROCHINA

IDROSSICLOROCHINA E CLOROCHINA. LA FDA AVVERTE SUI POSSIBILI DANNI


La FDA (Food and Drug Administration) emana un'allerta contro l'uso di idrossiclorochina e clorochina per curare la COVID-19 al di fuori dell'ambito ospedaliero che prevede terapie basate su studi clinici e un monitoraggio continuo delle condizioni generali del paziente. La FDA emana questa nota per rimarcare gli effetti che questi farmaci possono provocare sul ritmo cardiaco. 

La FDA è allarmata dai reports che riferiscono di alcuni gravi problemi del ritmo cardiaco in pazienti affetti da COVID 19 trattati con idrossiclorochina o clorochina spesso in associazione con azitromicina e altri farmaci che prolungano l'intervallo QT.


La preoccupazione riguarda un aumento dell'uso di questi farmaci tra i pazienti ambulatoriali. 


L'appello della FDA vuole essere un richiamo per medici e pazienti a non sottovalutare i rischi già noti associati a idrossiclorochina e clorochina. 


La sicurezza e l'efficacia di idrossiclorochina e clorochina nella COVID 19 non sono provate. Sono state valutate in alcuni studi clinici e la FDA ne ha autorizzato un uso temporaneo per la gestione dell'emergenza della pandemia in pazienti ospedalizzati. L'idrossiclorochina e la clorochina possono causare anomalie nel ritmo cardiaco quali prolungamento dell'intervallo QT e tachicardia ventricolare. Il rischio può aumentare se questi farmaci vengono assunti insieme ad altri farmaci che prolungano l'intervallo QT quali l'antibiotico azitromicina (spesso usato in associazione nella terapia per la COVID- 19) 


La FDA raccomanda di monitorare i pazienti in cura con idrossiclorochina o clorochina. Il monitoraggio dovrebbe comprendere un ECG basale, funzionalità epatica e funzionalità renale ed elettroliti. Il medico dovrebbe tenere presente che l'idrossiclorochina e la clorochina possono



  • aumentare l'intervallo QT

  • aumentare il rischio di prolungamento dell'intervallo QT in pazienti con insufficienza renale

  • aumentare i livelli di insulina aumentando così il rischio di grave ipoglicemia 

  • provocare emolisi in pazienti con deficit di Glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD)

  • interagire con altri farmaci che provocano il prolungamento dell'intervallo QT per via della loro emivita di circa 30-60 giorni

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