Hans Kristian Råket Pedersena,b, Anne Mette Skov Sørensena,
Astrid Blicher Scheldea, Martin Erik Nyelanda & Espen Jimenez-Solema,c,d
aDepartment of Clinical Pharmacology, Bispebjerg Bakke 23, Copenhagen NV, Copenhagen University Hospital, Bispebjerg e Frederiksberg, bDanish Medicines Agency, Centre for Medicines Licensing and Pharmacovigilance, Axel Heides Gade 1, cDepartment of Clinical Medicine, Blegdamsvej 3B, Copenhagen N, University of Copenhagen e dCopenhagen Phase IV Unit (Phase4CPH), Department of Clinical Pharmacology, Center for Clinical Research and Prevention, Copenhagen University Hospital, Bispebjerg and Frederiksberg, Copenhagen, Denmark. Corrispondenza a: Hans Kristian Råket Pedersen, MB, Department of Clinical Pharmacology, Copenhagen University Hospital, Bispebjerg e Frederiksberg, Bispebjerg Bakke 23, 2400 Copenhagen NV, Denmark.
E-mail: hans.kristian.raaket.pedersen.01@regionh.dk
Sommario
Gli studi condotti in precedenza sulla prevalenza delle interazioni farmacologiche (Drug-Drug Interaction, DDI) sono stati in gran parte limitati ai pazienti ricoverati in specifici reparti ospedalieri. Abbiamo identificato le associazioni di farmaci di uso comune e le potenziali interazioni farmacologiche (Potential Drug-Drug Interactions, pDDI) nella popolazione ospedaliera generale nell’arco di un anno. Le associazioni somministrate di frequente sono state analgesici, farmaci cardiovascolari e farmaci gastrointestinali. La prevalenza delle pDDI tra i pazienti di recente ricovero è stata del 2,6%. Le pDDI più comuni sono state ibuprofene-paracetamolo, pantoprazolo-paracetamolo e morfina-paracetamolo; le pDDI critiche sono state rare e hanno rappresentato solo lo 0,4% delle pDDI.
Introduzione
Le interazioni farmacologiche (Drug-Drug Interactions, DDI) si verificano quando l’uso concomitante di due o più far maci determina effetti anomali, causando potenzialmente reazioni avverse (Adverse Drug Reactions, ADR). Una review ha mostrato che il 4,8% degli accessi al Pronto Soc corso sono correlati alle DDI.1 Studi condotti in precedenza hanno riscontrato alti tassi di DDI, e di questi uno studio ha identificato una DDI clinicamente rilevante nel 95% dei trattamenti.2 Una revisione sistematica condotta su 34 studi riguardanti la prevalenza delle DDI nei pazienti an ziani ricoverati in ospedale ha riscontrato tassi che vanno dall’8,34% al 100%.3
Il rischio di DDI clinicamente significativo aumenta con il numero dei farmaci prescritti.46 Un recente studio da nese ha rilevato che la prevalenza della terapia polifar macologica, definita come trattamento a base di cinque o più farmaci, è del 51% tra i pazienti di 75 anni di età e del 12% nell’intera popolazione danese.7 La terapia poli farmacologica è associata a un aumento della mortalità e, con il progressivo invecchiamento della popolazione e il trattamento più aggressivo delle patologie croniche, la prevalenza della terapia polifarmacologica e delle DDI è in probabile aumento.8,9 Gli studi precedenti sulla preva lenza delle DDI sono stati in gran parte limitati ai pazienti ricoverati in specifici reparti ospedalieri.2,1014 Il significa to clinico e la prevenibilità delle DDI negli ospedali dane si sono ancora poco chiari. Lo studio sulla prevalenza e le caratteristiche delle DDI su una scala più ampia, che in cluda i pazienti dei reparti di medicina e chirurgia, grazie all’identificazione delle DDI più frequenti, gravi ed evita bili, può portare a un miglioramento della sicurezza del paziente. Identificare i farmaci problematici più frequenti nei gruppi di pazienti può rivelarsi utile nell’elaborazione di linee guida generali e ai fini di una maggiore consa pevolezza degli operatori sanitari in merito ai possibili rischi delle DDI.
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