La maggior parte delle donne con cancro dell’ovaio ha una recidiva della malattia entro tre anni dalla fine della terapia chirurgica seguita dalla chemioterapia con carboplatino e paclitaxel.
L’olaparib è un inibitore delle PARP (poli ADP-ribosio polimerasi), una famiglia di enzimi coinvolti nei processi di riparazione del DNA e nell’apoptosi cellulare; il farmaco, già usato nella forma recidivata è stato ora provato direttamente come monoterapia di mantenimento nel cancro dell’ovaio di nuova diagnosi, in stadio avanzato, in donne nelle quali la chemioterapia a base di platino aveva prodotto una risposta duratura (massa del carcinoma diminuita o scomparsa) e in cui è stata riscontrata una mutazione BRCA1, BRCA2 o entrambe (BRCA1/2). Lo studio internazionale era multicentrico, controllato con placebo, in doppio cieco.
Si ricorda che i geni BRCA1 e BRCA2 sono deputati alla riparazione del DNA danneggiato e quindi al mantenimento della stabilità genetica delle cellule. Se uno di questi geni è mutato, la proteina riparatrice non viene prodotta o è difettosa.
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