Due studi di coorte (uno britannico con 8.231 pazienti trattati con dutasteride, finasteride o l’alfa bloccante tamsulosina e uno taiwanese con 1.251 trattati con gli stessi farmaci) suggeriscono di tenere conto, nella prescrizione degli inibitori della 5-alfa reduttasi, della eventuale presenza di fattori di rischio per lo sviluppo di diabete: l’uso di dutasteride e finasteride, infatti, si associava a una maggiore incidenza di diabete di tipo 2 rispetto a quello dell’alfabloccante tamsulosina. La spiegazione sta nell’attività di questi steroidi sui tessuti metabolicamente attivi.
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