La ricerca nel sangue dei neurofilamenti plasmatici leggeri potrebbe essere un metodo non invasivo per valutare l’evoluzione verso la demenza di una situazione di deficit cognitivo.
In una coorte nordamericana di 1.583 pazienti seguiti tra il 2005 e il 2016, sono stati valutati i prelievi ematici seriati, la condizione clinica, i test per valutare lo stato cognitivo, la risonanza magnetica e la PET, al fine di capire se un aumento dei livelli ematici di neurofilamenti leggeri potesse indicare un aggravarsi della condizione.
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