L’automonitoraggio della glicemia nei pazienti con diabete di tipo 2 non in trattamento con insulina potrebbe portare a qualche vantaggio. E’ dato per assodato che il paziente con diabete in terapia con insulina debba controllare periodicamente nell’arco della giornata la propria glicemia per calcolare il numero di unità da somministrarsi, meno chiaro è invece il ruolo dell’automisurazione della glicemia nei pazienti con diabete di tipo 2 trattati con altri farmaci che non richiedono tale stretto controllo.
E’ stata pertanto condotta una revisione sistematica con metanalisi, che ha selezionato 12 studi controllati e randomizzati per un totale di 3.350 pazienti. L’esito valutato erano i valori di emoglobina glicosilata durante il follow up di sei mesi. In particolare si è visto a distanza di sei mesi che l’autocontrollo della glicemia da otto a 14 volte alla settimana (quindi una o due volte al giorno) riduceva i livelli di HbA1c rispetto ai controlli che non adottavano tale pratica (riduzione media -0,46%, limiti di confidenza al 95% da -0,54 a -0,39).
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