La risonanza magnetica intrauterina rimane l’esame migliore per riconoscere anomalie cerebrali già in epoca fetale.
Un gruppo di ricercatori britannici ha valutato la capacità della risonanza magnetica di identificare i bambini che avranno un esito normale senza quindi problemi neurologici durante la crescita. Anzitutto la risonanza intrauterina in 210 partecipanti si è dimostrata più accurata della ecografia tradizionale nel rilevare le anomalie cerebrali (92% di diagnosi corrette rispetto a 67%, p<0,0001). È emersa anche una differenza nella specificità rispetto alla prognosi favorevole (69% con la risonanza e 51% con l’ecografia)
a distanza di sei mesi dalla nascita.
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