INTERVENTO Lo shock settico, anche se il paziente viene ricoverato in terapia intensiva, rimane una delle condizioni associate a un’alta mortalità nonostante le terapie poste in atto. Tra queste è prassi la somministrazione per via endovenosa di idrocortisone. Alcuni studi suggeriscono però l’aggiunta, sempre per infusione, di vitamina C e tiamina.
Per valutare questo approccio rispetto a quello tradizionale, è stato condotto uno studio multicentrico controllato e randomizzato in Australia, Nuova Zelanda e Brasile.
Tra maggio 2018 e luglio 2019 sono stati arruolati in dieci reparti di terapia intensiva 216 pazienti che soddisfacevano i criteri definiti di shock settico.
I pazienti in questa condizione venivano assegnati o al trattamento tradizionale con idrocortisone per via endovenosa (50 mg ogni sei ore fino alla risoluzione dello stato di shock o fino al decimo giorno) oppure al trattamento con idrocortisone associato, sempre per via endovenosa, a vitamina C (1,5 g ogni sei ore) e tiamina (200 mg ogni 12 ore).
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