Lettera Clinica LC n.134/2020

Nr. 134 del 06/04/2020

LC n.134/2020 INQUINANTI AEREI E SCHIZOFRENIA

NOTIZIA L’esposizione in giovane età a livelli elevati di inquinanti aerei e in particolare di ossidi d’azoto e di diossido d’azoto aumenterebbe il rischio successivo di sviluppare una schizofrenia.

È noto che l’urbanizzazione è uno dei fattori di rischio descritti per la comparsa di schizofrenia, ma non è chiaro quali siano i motivi di questa associazione. Tra i tanti l’inquinamento ambientale potrebbe giocare un ruolo di rilievo.

In particolare l’esposizione all’inquinamento aereo generato dal traffico può avere effetti neurotossici e associarsi alla comparsa di patologie neurologiche. L’attenzione si è rivolta finora soprattutto ai composti azotati e al particolato e allo sviluppo cognitivo dei bambini.

STUDIO In Danimarca è stato condotto uno studio di popolazione che ha riguardato tutti i nati tra il 1980 e il 1984 nel paese scandinavo, valutando nel tempo l’insorgenza di una schizofrenia rispetto ai valori rilevati di esposizione durante l’infanzia a diversi inquinanti ambientali.

In totale sono stati seguiti nel tempo 230.844 soggetti, 2.189 dei quali durante il lungo follow up (terminato nel 2018) hanno sviluppato una schizofrenia.

L’esposizione a concentrazioni medie giornaliere di biossido d’azoto superiori a 26,5 microg/m3 si accompagnava a un aumento significativo del rischio relativo di schizofrenia rispetto agli esposti a concentrazioni <14,5 microg/m3 (rischio relativo: 1,62). Il rischio assoluto di avere una schizofrenia all’età di 37 anni negli esposti alle concentrazioni maggiori di biossido d’azoto (>26,5 microg/m3) era 1,45% per gli uomini e 1,03% per le donne.

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