In caso di arresto cardiaco al di fuori dall’ospedale, secondo uno studio su due coorti britanniche per un totale di 473 pazienti, la rilevazione di sette criteri con un punteggio predefinito consente di stabilire la prognosi neurologica a sei mesi in caso di sopravvivenza: la prognosi è peggiore se l’arresto è avvenuto senza testimoni, se il ritmo non risponde subito al defibrillatore, se c’è una mancata risposta pupillare, se l’età è avanzata, se c’è una modifica del ritmo durante l’arresto, se il pH è inferiore a 7,20 e se è stata somministrata adrenalina.
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