INTERVENTO I pazienti cardiopatici con fibrillazione atriale trattati secondo le attuali linee guida vanno incontro a complicanze quali ictus, sindrome coronarica acuta, scompenso cardiaco e morte cardiovascolare a un tasso del 5% annuo e anche quelli sottoposti ad adeguata terapia anticoagulante sono ricoverati o muoiono nell’arco di cinque anni in oltre il 35% dei casi. Il rischio di complicanze cardiovascolari è massimo nel primo anno dopo la diagnosi in cui potrebbe cominciare l’intervento di ripristino del ritmo sinusale.
Uno studio internazionale europeo ha randomizzato in 135 centri 2.789 pazienti con fibrillazione atriale insorta da meno di un anno e patologie cardiache a ricevere un controllo precoce del ritmo (con farmaci antiaritmici o ablazione) o l’usuale controllo del ritmo solo all’insorgenza dei sintomi.
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