INTERVENTO La frattura d’anca è un evento frequente negli anziani, che comporta una notevole morbosità soprattutto se non viene ripresa una adeguata motilità. In questa fascia d’età si teme anche che il ricorso all’anestesia generale possa comportare qualche strascico cerebrale, con possibili episodi di delirium, per questo si tende a prediligere l’intervento condotto in anestesia spinale rispetto a quello in anestesia generale. Ma ci sono dati solidi che giustifichino questa scelta?
Uno studio controllato e randomizzato di superiorità ha visto il coinvolgimento di 1.600 pazienti ultracinquantenni (età media 78 anni) ricoverati per una frattura dell’anca e sottoposti a chirurgia in 46 ospedali nordamericani. Venivano assegnati in maniera casuale all’anestesia spinale o all’anestesia generale.
Si valutava, a distanza di 60 giorni dall’intervento, l’incapacità di muoversi autonomamente o con appoggio per almeno tre metri e la mortalità. Tra gli esiti secondari c’era invece l’insorgenza di delirium e la durata del ricovero.
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