INTERVENTO A livello globale, ansia e depressione figurano tra le dieci principali cause di disabilità nella popolazione di età tra i 10 e i 49 anni.
Il trattamento farmacologico è efficace ed è spesso usato in prima linea, soprattutto dove l’accesso alle cure di tipo psicologico è più difficile. Il Comprehensive Mental Health Action Plan 2013-2030 dell’OMS ha stabilito che la disponibilità di farmaci psicotropi è un indicatore non solo della salute mentale della popolazione (specie dove i dati statistici sono carenti), ma anche dell’adeguatezza del sistema sanitario alla disabilità mentale.
Uno studio longitudinale internazionale ha utilizzato i dati annuali medi di vendita di psicofarmaci, espressi in dosi giornaliere definite (DDD, defined daily dose) per 1.000 abitanti, con l’obiettivo primario di valutare la tendenza globale del consumo di farmaci psicotropi (antidepressivi, antipsicotici, tranquillanti, sedativi e ipnotici) tra il 2008 e il 2019 in 65 paesi e la sua eventuale relazione con la situazione geografica e il livello economico (8 paesi erano a reddito medio-basso, 19 a reddito medio-alto e 38 a reddito alto).
RISULTATI La vendita di psicofarmaci è passata dalle 28,54 DDD/1.000 abitanti/giorno del 2008 alle 34,77 DDD/1.000 abitanti/giorno del 2019, con una crescita del 4,08% all’anno. La crescita assoluta era maggiore nei paesi ricchi, mentre la crescita relativa media era più alta nei paesi a reddito medio-alto.
NOVITÀ Da questa analisi epidemiologica del consumo di psicofarmaci emerge che le vendite più alte, in rapporto al numero degli abitanti, si hanno nel Nord America (167,54 DDD/1.000 abitanti/giorno) e quelle più basse in Asia (5,59 DDD/1.000 abitanti/giorno). Tra i diciassette paesi che nel 2019 hanno avuto vendite di psicofarmaci molto basse vi erano anche paesi ricchi e con un’alta prevalenza di disturbi mentali.
RISPOSTA Il consumo dei farmaci psicotropi è aumentato in 12 anni, con una disparità tra nazioni che merita di essere ulteriormente indagata, perché può essere spiegata solo parzialmente dalla posizione geografica e dalla ricchezza pro capite: secondo gli autori dove il consumo è molto basso possono essere in gioco anche fattori culturali o impreparazione del personale sanitario locale alla prescrizione di psicofarmaci.
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