INTERVENTO Con l’ipertensione in gravidanza aumenta significativamente il rischio di esiti negativi per la madre e per il feto. Se è ormai assodata l’efficacia di una terapia antipertensiva nei casi in cui l’ipertensione è grave (≥160/110 mm Hg), non è chiaro se nelle forme più comuni e lievi di ipertensione comporti pure un miglioramento degli esiti neonatali e materni. Uno studio controllato e randomizzato statunitense che ha arruolato 2.408 donne con gravidanza singola e ipertensione cronica lieve-moderata (pressione arteriosa <160/100 mmHg) prima delle 23 settimane di gravidanza sono state assegnate a ricevere una terapia antipertensiva oppure a un gruppo di controllo nel quale i farmaci antipertensivi venivano introdotti solo se la pressione sistolica arrivava o superava i 160 mmHg e la diastolica i 105 mmHg. L’esito primario era composito e comprendeva la preeclampsia con conseguenze gravi, l’indicazione alla nascita prima delle 35 settimane, il distacco di placenta e la morte fetale o neonatale.
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