LC n. 156 / 2022 L’acido acetilsalicilico a basso dosaggio previene la demenza?

INTERVENTO Nella prevenzione cardiovascolare primaria si ricorre alla somministrazione quotidiana di acido acetilsalicilico a bassa dose in soggetti particolarmente a rischio. Questo approccio consente in effetti una riduzione significativa dell’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori, compreso un minor numero di ictus.
Poiché gli eventi cerebrovascolari possono associarsi a lungo andare a un declino cognitivo, fino alla demenza vascolare, è stata avanzata l’ipotesi che l’uso dell’acido acetilsalicilico possa influenzare il rischio di demenza, riducendolo grazie alla sua azione antiaggregante.
Peraltro la terapia, pur a basso dosaggio, può associarsi a emorragie intracraniche o a microsanguinamenti cerebrali, che potrebbero invece aumentare il rischio di declino cognitivo.
Per sondare l’ipotesi di un’azione protettiva dell’acido acetilsalicilico rispetto allo sviluppo di demenza sono stati usati i dati di uno studio controllato e randomizzato britannico che ha arruolato 15.480 pazienti con diabete e senza storia di malattie cardiovascolari in passato o di declino cognitivo, trattati con 100 mg di acido acetilsalicilico al giorno oppure un placebo per una media di 7,4 anni.