LC n. 159 / 2022 CARDIOLOGIA
Le statine nella prevenzione cardiovascolare primaria
La US Preventive Services Task Force statunitense ha aggiornato le raccomandazioni sull’impiego delle statine nella prevenzione cardiovascolare primaria.
Dati di efficacia
Sono stati selezionati 22 studi sull’efficacia delle statine in prevenzione primaria.
Dall’analisi dei dati aggregati emerge una riduzione del rischio di morte da tutte le cause (rischio relativo: 0,92, limiti di confidenza al 95% da 0,87 a 0,98), ictus (rischio relativo: 0,78 limiti di confidenza al 95% da 0,68 a 0,90) e infarto del miocardio (rischio relativo: 0,67, limiti di confidenza al 95% da 0,60 a 0,75).
I dati disponibili sulla popolazione ultrasettantacinquenne non evidenziano una riduzione significativa della mortalità per tutte le cause, del rischio di ictus o di un esito cardiovascolare combinato.
Dati di sicurezza
Sono stati selezionati 22 studi sulla sicurezza delle statine in soggetti senza storia di eventi cardiovascolari.
L’analisi dei dati aggregati non rileva un aumento del rischio di abbandono dello studio per la comparsa di eventi avversi.
Per quanto sia riportata un’associazione tra uso di statine e dolori muscolari, l’analisi statistica esclude un aumento significativo del rischio di mialgie rispetto al placebo e non evidenzia un’associazione con la miopatia o la rabdomiolisi. Peraltro, la rarità di questi ultimi eventi rende le stime imprecise.
L’uso di statine nella popolazione generale adulta non si associa in misura significativa a un rialzo delle transaminasi o a un aumento del rischio di neoplasie.
Sintesi delle prove
- Negli adulti con età di 45-75 anni senza storia di malattie cardiovascolari, con uno o più fattori di rischio cardiovascolare (dislipidemia, diabete mellito, ipertensione arteriosa o fumo) e un rischio stimato a dieci anni di eventi cardiovascolari ≥10%, l’uso delle statine è efficace per la prevenzione degli eventi cardiovascolari e della mortalità per tutte le cause, con un vantaggio netto almeno moderato (prove di grado moderato)
- Negli adulti con età di 45-75 anni senza storia di malattie cardiovascolari, con uno o più fattori di rischio cardiovascolare (dislipidemia, diabete mellito, ipertensione arteriosa o fumo) e un rischio stimato a 10 anni di eventi cardiovascolari del 7,5-10%, l’uso delle statine è efficace per la prevenzione degli eventi cardiovascolari e della mortalità per tutte le cause con un vantaggio netto limitato (prove di grado moderato)
- Negli adulti con età >75 anni senza storia di malattie cardiovascolari, non ci sono prove sufficienti per valutare il rapporto rischi/benefici dell’uso delle statine nella prevenzione degli eventi cardiovascolari e della mortalità (prove insufficienti)
Raccomandazioni
- Le raccomandazioni si applicano agli adulti di almeno 40 anni di età senza storia né segni o sintomi di malattie cardiovascolari. Non riguardano gli adulti con livelli di colesterolo LDL elevati (>90 mg/dl, 4,92 mmol/l) o con ipercolesterolemia familiare accertata, che hanno un rischio cardiovascolare molto alto
- Il medico deve spiegare al paziente sia il livello del rischio cardiovascolare sia il rapporto rischi/benefici atteso con l’uso di una statina, in modo da favorire una scelta consapevole
- La prescrizione di una statina per la prevenzione cardiovascolare primaria è raccomandata negli adulti di 40-75 anni con uno o più fattori di rischio cardiovascolare e un rischio cardiovascolare a 10 anni ≥10% e, per quanto con minore probabilità di un effettivo beneficio, anche in quelli con le medesime caratteristiche ma un rischio cardiovascolare a 10 anni del 7,5-10%. In questo sottogruppo la decisione di iniziare la terapia va presa considerando la scelta individuale del paziente circa la probabilità bassa di un beneficio a fronte della possibilità di effetti avversi e del fastidio di dover assumere il farmaco ogni giorno
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Sopra i 75 anni di età, non è invece raccomandata la prescrizione di statine per la prevenzione cardiovascolare primaria.