INTERVENTO Uno studio controllato e randomizzato internazionale ha dimostrato che un controllo precoce del ritmo cardiaco riduce gli esiti negativi nei pazienti con fibrillazione atriale di recente diagnosi e fattori di rischio per ictus. Ora, partendo dai dati di quello stesso studio, un gruppo europeo di cardiologi ha condotto una sotto-analisi per valutare l’efficacia del controllo precoce del ritmo (con farmaci o con ablazione transcatetere) nei pazienti con fibrillazione atriale e diverse comorbilità. I soggetti sono stati stratificati secondo il punteggio CHA2DS2-VASc, che considera l’età, le patologie vascolari in anamnesi (coronaropatie, flebopatie periferiche o aterosclerosi aortica) e il genere, in aggiunta a insufficienza cardiaca congestizia/disfunzione del ventricolo sinistro, ipertensione, diabete mellito e storia di ictus, TIA o tromboembolia. Un punteggio superiore a quattro era indice di un alto numero di comorbilità.
RISULTATI Tra gli arruolati nello studio 1.093 avevano un punteggio uguale o superiore a quattro e 1.696 un punteggio inferiore a quattro.
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