Chi sul lavoro è esposto al rumore e chi fa turni di notte ha un aumento del rischio di malattia ischemica cardiaca. Così conclude uno studio condotto in Nuova Zelanda dal 2013 al 2018 su 811.470 lavoratori e 783.207 lavoratrici. Si valutava, oltre all’esposizione al rumore e alla turnistica, anche la sedentarietà del lavoro e il numero di ore lavorate. Mentre non sono emerse associazioni significative tra lavoro sedentario e durata in ore quotidiane del lavoro, si è osservato un aumento del rischio di malattie ischemiche cardiache nei maschi esposti al rumore (>90 dBA, hazard ratio: 1,19, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 1,33) e in entrambi i sessi per chi lavorava con turni di notte (hazard ratio: 1,10, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 1,33, per i maschi, 1,25 per le femmine, limiti di confidenza al 95% da 1,17 a 1,34).
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