A differenza di quanto accade nelle forme di broncopneumopatia cronica ostruttiva con ipossiemia grave, la somministrazione domiciliare di ossigeno nelle forme con un’ipossiemia moderata, sia essa a lungo termine o notturna, non migliora la sopravvivenza globale. Una revisione sistematica con metanalisi che ha identificato sei studi randomizzati chiarisce infatti che a distanza di tre anni l’effetto sulla mortalità è minimo o assente (rischio relativo: 0,91). Non sarebbe quindi indicato il ricorso all’ossigeno nei pazienti con BPCO che hanno ancora una discreta saturazione d’ossigeno.
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