In Canada è stato condotto uno studio controllato e randomizzato a cluster per valutare se nel paziente con scompenso cardiaco acuto sia possibile individuare dei criteri prognostici che indichino quando procedere alla dimissione in tempi rapidi (entro tre giorni) o impongano l’allungamento della degenza. Hanno partecipato dieci ospedali che seguivano le procedure standard oppure utilizzavano un algoritmo per stratificare i pazienti con scompenso acuto rispetto al rischio di morte. Si valutava il tasso di morte o la necessità di nuovo ricovero per cause cardiovascolari entro un mese e dopo 20 mesi. Dopo un mese, il tasso di morte e di nuovi ricoveri era del 12,1% nei 2.480 pazienti gestiti sulla base dell’algoritmo prognostico rispetto al 14,5% dei 2.972 pazienti gestiti in maniera standard (hazard ratio: 0,88, p=0,04).
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