Successivamente a un’emorragia intracranica è alto il rischio di ictus e di eventi cardiovascolari. Per ridurlo è di prassi impostare, se non già presente, un trattamento antipertensivo che dovrebbe tenere i valori pressori inferiori a 130 mmHg per la sistolica e a 80 mmHg per la diastolica. Si discute se non si possano ottenere ulteriori benefici ponendo limiti più stringenti nel controllo pressorio.
Sono state analizzate due coorti di pazienti valutando a posteriori la relazione tra valori pressori, eventi cardiovascolari maggiori e mortalità vascolare o da tutte le cause.
A un follow up mediano di 46,2 mesi, nei 1.828 pazienti sopravvissuti a un’emorragia intracranica sono stati registrati 166 casi di nuova emorragia intracranica, 68 ictus ischemici, 69 infarti del miocardio e 429 morti.
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