Livelli elevati di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo buono, sarebbero associati a un maggior rischio di fratture nell’anziano.
Il 25% degli uomini e il 44% delle donne ultrasessantenni ha una frattura atraumatica o a seguito di traumi minimi a causa della sottostante osteoporosi. Alcuni studi hanno segnalato che i pazienti con osteoporosi hanno livelli elevati di colesterolo HDL, mentre studi preclinici hanno rilevato che le HDL riducono la densità minerale ossea, stimolando meccanismi molecolari che riducono il numero degli osteoblasti e ne antagonizzano la funzione. Non ci sono però dati che dimostrino che ci sia un’associazione tra livelli elevati di colesterolo HDL e fratture nell’anziano, per questo è stata condotta in Australia un’indagine di coorte su 16.262 ultrasettantenni sani seguiti per quattro anni. Nel corso del follow up si sono verificate 1.659 fratture. L’analisi ha rilevato un’associazione tra il livello di colesterolo HDL e il rischio di fratture: per ogni incremento di una deviazione standard di HDL si aveva un aumento del 14% del rischio di frattura (hazard ratio: 1,14).
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