LC n. 163 / 2023 Il selenio migliora la prognosi in caso di intervento cardiochirurgico?

Nei pazienti sottoposti a un intervento di cardiochirurgia si può andare incontro a un danno d’organo che comporta anche un aumento del rischio di morte. Questo danno sarebbe secondario all’attivazione di processi di ossidazione, infiammatori e immuni, per cui si è pensato che la somministrazione di molecole con attività antiossidante, antinfiammatoria e immunomodulante, come il selenio, potesse migliorare la prognosi in questi pazienti.
In uno studio controllato e randomizzato, che ha coinvolto 1.416 cardiopatici operati in 23 ospedali tedeschi e canadesi, è stato somministrato per via endovenosa il selenio (2.000 microg/l in fase perioperatoria e quindi 1.000 microg/l per un massimo di dieci giorni in terapia intensiva) oppure un placebo. L’esito valutato era composito e comprendeva il numero di giorni trascorsi vivi e liberi da una disfunzione d’organo nel mese successivo all’intervento.