LC n. 168 / 2023 Quando il cancro della prostata trae vantaggio dal docetaxel?

INTERVENTO In aggiunta alla terapia di deprivazione androgenica (condotta con abiraterone, enzalutamide o apalutamide) e alla radioterapia, il docetaxel, un principio attivo antimitotico della famiglia dei taxani, ha mostrato di poter migliorare la sopravvivenza dei pazienti con cancro della prostata ormono-dipendente metastatico. Non è ancora noto con certezza, tuttavia, quale tipo di paziente tragga più beneficio dal farmaco: nei primi studi clinici un maggior volume della malattia metastatica sembrava influenzare in senso positivo l’efficacia del docetaxel e in uno studio più recente il beneficio sembrava legato anche alla tempistica di diagnosi delle metastasi, essendo minore nelle piccole metastasi metacrone. Per decidere in quali pazienti sia vantaggiosa l’aggiunta del docetaxel è stata condotta una revisione sistematica con metanalisi.




RISULTATI Sono stati selezionati tre studi controllati e randomizzati per un totale di 2.261 pazienti con un cancro della prostata metastatico ormono-sensibile, usando come parametri di valutazione la sopravvivenza globale e quella libera da malattia. La durata mediana del follow up è stata di 72 mesi.