INTERVENTO I pazienti ricoverati in ospedale per qualsiasi condizione clinica sono ad alto rischio di sviluppare una batteriuria asintomatica. Con l’eccezione di alcuni gruppi (come quello delle donne in gravidanza), il trattamento con antibiotici di questa forma non migliora gli esiti, mentre può provocare effetti avversi e favorire la comparsa di antibiotico-resistenza. Tuttavia attualmente viene trattato con antibiotici l’80% circa dei casi di batteriuria asintomatica. Per combattere questa abitudine, che comporta anche un ricorso eccessivo all’urinocoltura per porre diagnosi, è stata proposta una strategia di formazione del personale che spieghi quando occorre richiedere un esame colturale e quando c’è l’indicazione a una terapia. Questo approccio è stato applicato per tre anni in un consorzio di 46 ospedali statunitensi per valutare se dopo la formazione e le altre attività previste per sensibilizzare sul tema sia mutato o meno il numero di richieste di urinocoltura e il trattamento delle batteriurie sintomatiche con un antibiotico.
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