Nella sclerosi sistemica progressiva, nota anche come sclerodermia, il ricorso alla risonanza magnetica delle arterie delle dita consente di avere un’idea più chiara sul rischio di ulcerazioni.
La possibilità di studiare l’entità della fibrosi vascolare fornirebbe quindi informazioni importanti per comprendere lo stadio della malattia e la sua evoluzione nel tempo.
In uno studio prospettico osservazionale britannico sono state analizzate due coorti di pazienti con la malattia: la prima, composta da 85 malati (per l’88% donne), era considerata la coorte sperimentale, la seconda, composta da 150 malati (per il 91% donne), era utilizzata come coorte di validazione dello strumento.
Per valutare lo stato della fibrosi si è fatto ricorso alla risonanza magnetica in grado di definire un indice di volume delle arterie delle dita (DAVIX) in cui si rapporta il volume delle arterie con il volume delle dita della mano dominante, ottenendo così una percentuale che quanto più è bassa tanto più indica uno stato di fibrosi vascolare.
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