Chi ricorre al cibo industriale ultraprocessato ha un rischio significativamente aumentato di depressione rispetto a chi ha una dieta più sana. Per analizzare l’associazione tra cibi e insorgenza della depressione sono stati usati i dati registrati nel Nurse’s Health Study nel quale tra il 2003 e il 2017 31.712 donne hanno risposto ogni quattro anni a un questionario sulle abitudini alimentari. I cibi venivano suddivisi in base alle loro caratteristiche e nella categoria cibi ultraprocessati erano inseriti i cereali raffinati, gli snack dolci, i piatti pronti per essere mangiati, i grassi e le salse, gli snack insaporiti, la carne processata, le bevande zuccherate e i dolcificanti artificiali.
Anzitutto le donne che mangiavano più cibi ultraprocessati avevano un indice di massa corporea più alto, fumavano più spesso, avevano più spesso il diabete, l’ipertensione e una dislipidemia rispetto ai controlli con un alimentazione povera di cibi ultraprocessati ed erano anche significativamente più sedentarie.
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