La chemioterapia preventiva antitubercolare ha l’obiettivo di impedire la progressione da infezione a malattia in soggetti nei quali sia stata registrata una positività alla tubercolina soprattutto in presenza di condizioni facilitanti l’attivazione dell’infezione tubercolare come il diabete, l’immunodepressione o altre. La prevenzione farmacologica può seguire due protocolli diversi che però non sono mai stati confrontati direttamente in studi controllati e randomizzati: si può ricorrere per tre mesi a una dose settimanale di rifapentina (antibiotico battericida che inibisce la sintesi dell’RNA) più isoniazide oppure a un ciclo di 4 mesi di rifampicina somministrata quotidianamente. Uno studio internazionale ha confrontato i due regimi preventivi utilizzando i dati relativi a 17.572 infetti di 14 paesi.
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