Il trattamento con triptani non è indicato nelle persone che hanno una storia di eventi cardiovascolari. La conferma viene da uno studio nazionale danese trasversale su 429.612 pazienti trattati con un triptano, valutati rispetto all’insorgenza successiva di un evento ischemico cardiaco o cerebrale. I trattati avevano un rischio aumentato di infarto del miocardio (odds ratio: 3,3, limiti di confidenza al 95% da 1,0 a 10,9) e di ictus ischemico (odds ratio: 3,2, limiti di confidenza al 95% da 1,3 a 8,1). Resta aperta la questione se la terapia sia indicata nei pazienti a basso rischio cardiovascolare.
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