Per rispondere al quesito se un trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe possa migliorare gli esiti funzionali in pazienti con una forma di sclerosi multipla progressiva è stato disegnato uno studio in cui si confrontavano gli esiti rispetto all’impiego del natalizumab. Quest’ultimo è un anticorpo monoclonale indicato come seconda linea nel trattamento della forma recidivante remittente della malattia e, in prima linea, nelle forme più aggressive. In Australia sono stati analizzati gli esiti in 39 pazienti sottoposti al trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe, confrontandoli con quelli del natalizumab contenuti nel registro nazionale di malattia. Non sono emerse differenze significative in termini di efficacia rispetto alla probabilità di un peggioramento della sintomatologia (hazard ratio: 1,49, limiti di confidenza al 95% da 0,70 a 3,14) o di un suo miglioramento (hazard ratio: 1,50, limiti di confidenza al 95% da 0,22 a 10,29).
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