Si è pensato di sfruttare l’azione antiaggregante del tirofiban nei pazienti con ictus ischemico, con l’obiettivo di evitare il deterioramento neurologico precoce, confrontandolo con l’acido acetilsalicilico.
Uno studio multicentrico cinese controllato e randomizzato ha arruolato 425 pazienti con ictus non cardioembolico assegnandoli, entro 24 ore dall’esordio, a un trattamento con tirofiban per via endovenosa o all’acido acetilsalicilico per bocca. Il tirofiban riduceva significativamente il rischio di deterioramento neurologico precoce rispetto all’acido acetilsalicilico (4,2% dei pazienti trattati rispetto al 13,2% di quelli che assumevano acido acetilsalicilico, rischio relativo: 0,32; p=0,002).
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