LC n. 176 / 2024 Gli inibitori di SGLT2 sono utili dopo un infarto del miocardio?

INTERVENTO L’empagliflozin è un inibitore del trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) che ha mostrato la sua efficacia nella terapia dei pazienti con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare, nei pazienti con scompenso cardiaco e in quelli con una malattia renale cronica. Visto il suo profilo si è pensato di utilizzarlo anche nei pazienti ricoverati per un infarto del miocardio e che sono ad alto rischio di scompenso cardiaco.
Ora uno studio controllato e randomizzato internazionale ne valuta l’efficacia in questa condizione. Sono stati arruolati 3.260 pazienti che venivano assegnati a ricevere l’empagliflozin (10 mg al giorno entro 14 giorni dalla data del ricovero) oppure un placebo, seguiti nel tempo per quasi un anno e mezzo dall’evento acuto.
L’esito preso in considerazione era un esito composito di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e di morte da tutte le cause.