Aggiungere la risonanza magnetica al PSA nello screening del cancro della prostata consentirebbe di ridurre le biopsie non necessarie e i casi di tumore clinicamente non significativi, mantenendo l’efficacia rispetto a quelli rilevanti. È la conclusione di una revisione sistematica che ha confrontato lo screening per il cancro della prostata senza e con ricorso alla risonanza magnetica. Sono stati identificati 12 studi per un totale di 80.114 uomini. L’aggiunta della risonanza riduceva la probabilità di fare una biopsia (odds ratio: 0,28, p<0,001) e di identificare tumori non significativi (odds ratio: 0,34, p<0,002), mantenendo alta la capacità di individuare i tumori clinicamente significativi (odds ratio: 1,02, p=0,86).
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