Ridurre la temperatura nei pazienti con ictus non migliora la prognosi. La febbre è un riscontro frequente in questa condizione, ma poco si sa della sua influenza sull’esito finale della malattia. Uno studio controllato e randomizzato multicentrico che ha arruolato 686 pazienti in 43 unità di terapia intensiva di sette Paesi ha confrontato il mantenimento della temperatura corporea per 14 giorni a 37°C, grazie a un sistema automatizzato, con le cure abituali. A distanza di tre mesi l’esito funzionale era analogo nei due gruppi (p=0,54).
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