Lettera Clinica LC n. 181 / 2025

Nr. 181 del 20/01/2025

LC n. 181 / 2025 La terapia ormonale sostitutiva aumenta il rischio cardiovascolare?

INTERVENTO Con la menopausa il rischio cardiovascolare nelle donne si avvicina a quello dell’uomo, ciò sarebbe ascrivibile soprattutto alla riduzione degli estrogeni, tanto che nel recente passato si è suggerito di porre in atto una terapia ormonale sostitutiva non solo per controllare i sintomi della menopausa ma anche per ridurre il rischio cardiovascolare. Studi successivi hanno però segnalato che, al contrario, la terapia sostitutiva potrebbe aumentare il rischio cardiovascolare. Ora uno studio di popolazione svedese prospettico ha valutato se questo rischio ci sia e per quali condizioni rispetto a quali farmaci utilizzati. Sono state considerate 919.614 donne tra il 2007 e il 2020 tra i 50 e i 58 anni d’età che non avevano mai fatto uso di terapie ormonali a cui venivano proposte otto diverse possibilità: terapia ormonale orale combinata continua, terapia orale combinata sequenziale, terapia solo estrogenica orale, terapia estrogenica orale più progestinico locale, tibolone, terapia ormonale combinata con cerotto transdermico, terapia con solo estrogeno transdermico oppure nessun trattamento. In totale 77.512 donne hanno iniziato un trattamento ormonale a fronte di 842.102 che non sono state trattate.


RISULTATI Nell’analisi le donne trattate con il tibolone avevano un rischio aumentato di malattie cardiovascolari (hazard ratio: 1,52), di coronaropatie ischemiche (hazard ratio: 1,46) di infarti cerebrali (hazard ratio: 1,97) e di infarti del miocardio (hazard ratio: 1,94) rispetto alle donne senza terapia ormonale. Le donne che erano state trattate con una terapia ormonale combinata per bocca avevano un aumento del rischio di coronaropatie ischemiche (hazard ratio: 1,21) e di tromboembolismo venoso (hazard ratio: 1,61 per la terapia continuativa; 2,00 per la terapia sequenziale). Anche le donne trattate con il solo estrogeno per bocca avevano un aumento del rischio di tromboembolismo venoso (hazard ratio: 1,57).

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