Nei pazienti con fibrillazione atriale per ridurre il rischio di eventi ischemici cerebrali viene più spesso prescritta una terapia antiaggregante, prediligendola rispetto a quella anticoagulante, che pur sarebbe più efficace a scopo preventivo, per il timore di un aumento del rischio di emorragia intracranica. Una revisione sistematica con metanalisi ha raccolto i dati di nove studi controllati e randomizzati per un totale di 45.494 partecipanti assegnati a una terapia preventiva con antiaggregante o con anticoagulante orale diretto.
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