L’acido tranexamico, grazie alla sua azione antifibrinolitica riduce il rischio di sanguinamento, ma il suo meccanismo d’azione di rinforzo dell’emostasi fisiologica comporta il rischio teorico di complicazioni trombotiche nel paziente operato. Per questo si discute sul rapporto rischi-benefici del suo utilizzo in chirurgia. In un studio controllato e randomizzato internazionale 3.260 pazienti sottoposti a un intervento di chirurgia generale sono stati assegnati alla somministrazione per via endovenosa di 1 grammo di acido tranexamico all’inizio e alla fine dell’intervento chirurgico o a un placebo.
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