Le infezioni correlate a frattura sono una grave complicanza successiva all’intervento. In questi casi la prassi è la rimozione del materiale necrotico e la prescrizione di sei settimane di terapia antibiotica per via endovenosa. L’ipotesi è che si possa passare alla somministrazione per bocca che è meno costosa e comporta meno effetti avversi.
Per valutare l’ipotesi è stato condotto in 24 centri traumatologici statunitensi uno studio controllato e randomizzato che confrontava la somministrazione per via endovenosa, rispetto alla somministrazione degli antibiotici per bocca. L’esito valutato era il numero di interventi chirurgici necessari a distanza di un anno.
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