The Medical Letter TML n. 17/2015

Nr. 17 del 01/09/2015

TML n. 17/2015 – IN BREVE: Chetoacidosi con gli inibitori dell’SGLT2

La US Food and Drug Administration (FDA) ha segnalato che l’uso di un inibitore dell’SGLT2 (co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2) per il trattamento del diabete di tipo 2 può causare chetoacidosi (1). Negli Stati Uniti sono tre gli inibitori dell’SGLT2 approvati per il trattamento del diabete di tipo 2: il canagliflozin (Invokana-Janssen Cilag in USA; il farmaco è approvato in Europa, ma non ancora disponibile in commercio in Italia), il dapagliflozin (Forxiga-AstraZeneca) e l’empagliflozin (Jardiance-Boehringer Ingelheim). Tra marzo 2013 e giugno 2014 sono stati segnalati 20 casi di chetoacidosi che hanno richiesto una visita al pronto soccorso o il ricovero ospedaliero in pazienti che avevano recentemente iniziato ad assumere un inibitore dell’SGLT2; il tempo mediano alla comparsa dei sintomi dopo l’inizio della terapia era di due settimane (range: 1-175 giorni). Gli inibitori dell’SGLT2 riducono il riassorbimento renale del glucosio e aumentano l’escrezione di glucosio nelle urine, determinando una riduzione dei livelli di glucosio nel sangue. Il meccanismo attraverso il quale questi farmaci provocherebbero chetoacidosi non è stato individuato.

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