TML n. 18 / 2021 TRATTAMENTO DELL’INFEZIONE DA CLOSTRIDIOIDES DIFFICILE
L’ infezione da Clostridioides (ex Clostridium) difficile (CDI) è la causa infettiva più comune di diarrea negli adulti a richiedere il trattamento medico. Le linee guida relative alla gestione della CDI sono state aggiornate recentemente.
FATTORI DI RISCHIO – I fattori di rischio comuni per la CDI sono l’esposizione a farmaci antibatterici (in particolare clindamicina, cefalosporine di terza o quarta generazione, fluorochina, carbapenemi o associazioni di farmaci antibatterici), l’ammissione in una struttura sanitaria, l’età avanzata, l’ingravescenza della malattia sottostante, malattie infiammatorie intestinali, malattie epatiche croniche, immunosoppressione e soppressione dell’acidità gastrica.
EPISODIO INIZIALE – Dopo lo sviluppo della CDI la somministrazione di un qualsiasi farmaco antibatterico scatenante deve essere interrotta il prima possibile.6 I farmaci antidiarroici non riducono né la gravità né la durata della CDI.
Adulti – Tutti gli adulti con un episodio iniziale di CDI non fulminante devono essere sottoposti a un trattamento orale con fidaxomicina (Dificlir-Tillots Pharma GMBH; disponibile per il solo uso ospedaliero) o vancomicina alla dose standard (Levovanox-Genetic, Maxivanil-Genetic; entrambi disponibili per il solo uso ospedaliero) della durata di dieci giorni. La fidaxomicina è da preferirsi poiché, rispetto alla vancomicina, presenta uno spettro di attività più ristretto, che ne limita l’effetto al microbioma intestinale, ed è associata a tassi più elevati di risposta sostenuta e a un numero inferiore di recidive; tuttavia è più costosa. In un’analisi combinata di quattro studi clinici randomizzati testa a testa condotti su un totale di 1721 pazienti con CDI, il tasso di risposta clinica a quattro settimane è stato significativamente più alto con la fidaxomicina che con la vancomicina (73,2% contro 63,1%; number-needed-to-treat 9,9), ma i due gruppi hanno avuto tassi simili di risposta clinica iniziale (85,6% contro 85,6%) e mortalità (7,8% contro 8,7%).
Il metronidazolo orale (Flagyl-Teopharma; disponibile per il solo uso ospedaliero; disponibile anche come medicinale equivalente) non è più considerato un’opzione di prima linea per il trattamento della CDI non fulminante negli adulti. Rispetto alla vancomicina orale, determina tassi di risposta clinica inferiori e, nei pazienti con CDI grave, sembra meno efficace nel ridurre la mortalità. Il metronidazolo può essere preso in considerazione per l’uso nei pazienti con CDI non grave (ossia con conta dei leucociti ≤ 1 5.000 cellule/ml e livelli sierici di creatinina < 1,5 mg/dl) qualora non possano essere somministrate la fidaxomicina e la vancomicina.