The Medical Letter TML n. 19 / 2022

Nr. 19 del 19/09/2022

TML n. 19 / 2022 FARMACI IPOLIPEMIZZANTI

Le linee guida per la gestione del colesterolo emesse dalla task force dell’American College of Cardiology/American Heart Association sono state pubblicate l’ultima volta nel 2019.



STATINE – Gli inibitori della HMG-CoA reduttasi (statine) sono tuttora i farmaci di scelta per la maggior parte dei pazienti che richiedono una terapia di riduzione dei lipidi. Le statine bloccano la fase limitante della sintesi del colesterolo. La conseguente riduzione del colesterolo a livello epatico determina un aumento della sintesi dei recettori delle lipoproteine a bassa densità (LDL), aumentando l’assorbimento e la clearance del colesterolo LDL (LDL-C).





Prevenzione primaria – Assunte in aggiunta a dieta, esercizio fisico e cessazione del fumo, le statine possono ridurre il rischio di esordio di eventi cardiovascolari e di morte nei pazienti a rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (Atherosclerotic Cardiovascular Disease, ASCVD).





Prevenzione secondaria – In uno studio retrospettivo di coorte condotto su circa 500.000 pazienti con ASCVD, la terapia con statine ad alta intensità (rosuvastatina 20-40 mg, atorvastatina 40-80 mg) è stata associata a un vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto alla terapia con statine a bassa intensità.





Effetti avversi – Tutte le statine sono generalmente ben tollerate. I pazienti che non tollerano una statina possono tollerarne un’ altra.

Nella pratica clinica, i pazienti che assumono statine lamentano spesso dolore e debolezza muscolare con o senza aumento dei livelli di creatina chinasi, ma in una metanalisi di 19 ampi studi in doppio cieco, solo il 7% circa dei sintomi muscolari riferiti dai pazienti in terapia con statine è risultato attribuibile ai farmaci. I livelli di creatina chinasi devono essere misurati in caso di mialgia. Di rado possono verificarsi rabdomiolisi e mioglobinuria, con conseguente insufficienza renale.

Un aumento dei livelli sierici di aminotransferasi di oltre tre volte il limite superiore della norma (ULN) si verifica nell’1-2% dei pazienti in terapia con statine ad alta intensità, ma il danno epatico indotto dalle statine è raro.

Le statine sono state correlate a un modesto aumento dell’incidenza di diabete di nuova insorgenza e di effetti avversi cognitivi, ma i loro benefici cardiovascolari e sulla mortalità superano di gran lunga questi rischi.

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